La cicerchia, comunemente conosciuta nel Salento con il nome di tolica, è un legume antichissimo, coltivata nell’8000 a.C. in Mesopotamia e nel 6000 a.C nella penisola balcanica, ma è soprattutto nell’Antico Egitto che divenne un alimento principe della tavola e veniva utilizzato nella preparazione di focacce, pani e zuppe. Tuttavia verso fine Ottocento si scoprì che la cicerchia era responsabile di una malattia paralizzante (colpisce gli arti inferiori con spasmi e convulsioni), il neuro-latirismo, causata dalla presenza di una neurotossina, l’acido β-ossalil-diammino propionico (ODAP)… e la povera cicerchia fu messa nel dimenticatoio. Ma non bisogna aver paura: Il rischio di contrarre questa malattia è decisamente basso, solo in passato il consumo elevato di cicerchie in periodi di carestia ha procurato qualche problema (praticamente dovremmo mangiare cicerchia tutti i giorni!). Inoltre la tossicità, come per gli altri legumi, viene ridotta con un lungo ammollo (dalle 12 alle 24 ore) e la cottura ad alte temperature. Per fortuna negli ultimi anni si è riscoperta la coltura di questo prodotto che rispetto agli altri legumi è molto più economica e comporta un basso costo per la coltivazione: si adatta, infatti, a terreni molto poveri e aridi, al clima caldo e secco e in Italia viene coltivata nelle regioni del centro-sud (Lazio, Marche, Molise, Puglia ed Umbria) ottenendo dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali la definizione di Prodotto Agroalimentare Tradizionale italiano (P.A.T).

La cicerchia (Lathyrus sativus) appartiene alla famiglia delle Fabaceae ed è ampiamente coltivata in Bangladesh, Etiopia, India, Pakistan e in molti altri paesi sia per il consumo umano, sia come foraggio o concime. La cicerchia è caratterizzata in particolare dall’elevato contenuto di ferro (pertanto ottima per vegetariani e vegani) ed è ricca di proteine ed amidi, vitamine B1, B2, PP, calcio, fosforo, fibre alimentari, polifenoli e contiene pochi grassi.

Valori nutrizionali per 100g:

  • Valore energetico: Kcal 329 Kj 1394
  • carboidrati: 54 gr
  • proteine: 23,2 gr
  • grassi: 2,2 gr
  • Fibre: 6,3 gr
  • Sale: 2,3 gr

 

Oggi vi propongo una ricetta semplice ma davvero squisita, ottima anche da far mangiare ai più piccoli 😛

Crema di cicerchia con crostini di pane e cicorie selvatiche

Ingredienti per 2 persone

250g di cicerchia

cicorie selvatiche lesse

pane casereccio

rosmarino

verdure (patate, carote, sedano, prezzemolo, pomodori)

spezie (aglio, cipolla, alloro, pepe)

olio evo

sale

Mettere le cicerchie in ammollo (dalle 12 alle 24 ore) in una ciotola dopo averle lavate con l’acqua corrente e pulitele da eventuali residui di polvere. Cambiare l’acqua dell’ammollo 3-4 volte (non utilizzare l’acqua dell’ammollo per la cottura). Prima della cottura eliminare le pellicine coriacee, che si staccano facilmente, e risciacquarle sotto l’acqua corrente: in questo modo eliminiamo definitivamente la neurotossina. A questo punto cuocere le cicerchie in acqua salata, portare ad ebollizione a fuoco moderato per circa 30 minuti, togliendo con la schiumarola le piccole bucce rimaste (che vengono a galla) e una volta eliminata la schiuma (si forma in superficie durante la cottura) aggiungere le spezie (cipolla, aglio e alloro) e le verdure (carote, sedano, prezzemolo, pomodori e le patate). Cuocere ancora per circa 30-40 minuti, mescolando di tanto in tanto per favorire lo sfaldamento dei legumi.

Preparare intanto i crostini: tagliare le fette di pane, metterle in una teglia, condirle con olio evo e rosmarino e tostarle in forno preriscaldato a 180°C, devono assumere un colore dorato.

Ultimata la cottura togliere l’aglio e l’alloro (lasciare qualche cicerchia per la decorazione) e frullare (o passare con lo schiaccia  verdure, così bruciamo qualche Kcal 😀 ) fino a rendere il tutto una crema. Pepare a piacere.

Accompagnare la crema di cicerchie con le cicorie selvatiche, un filo di olio e i crostini.

Buon appetito 😉